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Rivista online del Cepros Asti - OdV

Redazione: Palazzo Ottolenghi, C.Vittorio Alfieri, 350, 14100 , Asti.

Reg. Tribunale di Asti n. 1373/14 del 20 Ottobre 2014 Direttore Responsabile: Alessia Conti
Indice
SIAMO FIGLI DELLA PEDAGOGIA NERA? “Se dici le bugie chiamo il lupo”; “se non finisci questo capriccio chiamo i carabinieri…” “il compito è sufficiente, ma è scritto male” …. “se non ti dico di mettere ordine, tu non lo fai” “stasera niente cartoni animati perché non lo meriti” “non credo alle tue spiegazioni, sei un bugiardo” ..” sei sempre il solito, ti occorre un castigo: forse riuscirai a capire qualcosa” eccetera eccetera. Sono ancora molti gli italiani cresciuti in questa accademia del metodo negativo. Giustamente lo ripudiano. Ma lo applicano. Senza rendercene conto oggi convivono le due peggiori formule pedagogiche: la pedagogia nera, quella del no, e la pedagogia del “fai ciò che vuoi”. Ma torniamo alla pedagogia nera, che ha impresso sulle nostre coscienze le cicatrici dei sensi di colpa e le circonvoluzioni cerebrali della ribellione. Oggi dove è ampiamente applicata? Se a scopo statistico prestiamo attenzione ai nostri programmi di informazione commenti, valutazioni, iniziative di chi governa, risultati, aspettative sono sempre e comunque oggetto di valutazioni negative. Mai si spazio a indizi di positività, di proposte accettabili, a successi sia pure modesti – insperati. Come nella nostra vita personale, il “non si deve” e il “tutto sbagliato” ha impedito che maturasse nella cultura sociopolitica nazionale l’impegno alla responsabilità, il coraggio di divergere e di provare, l’accettazione dell’utilità dell’errore, la perseveranza nei progetti non facili ma inevitabili, ecc. Anche in questa “dimensione del no” largamene praticata, fa da devastante controcampo l’”io faccio ciò che voglio” nella tacita acquiescenza dei più. Maria De Benedetti