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Rivista online del Cepros Asti - OdV

Redazione: Palazzo Ottolenghi, C.Vittorio Alfieri, 350, 14100 , Asti.

Reg. Tribunale di Asti n. 1373/14 del 20 Ottobre 2014 Direttore Responsabile: Alessia Conti
Indice
Rifletto sulla nostra responsabilità in merito agli scritti giovanili di Paolo. Cari Amici, È assai probabile che emergano, nei depositi di memorie o in documenti vari, vostri o collettivi, scritti di Paolo che risalgono alla sua prima giovinezza: già in qualche caso pubblicati, o smarriti in collaborazioni datate e transitorie come articoli di giornali, abbandonate “dopo l’uso” dai destinatari. Qualche testo ora non facilmente reperibile è stato stampato, edito da Case Editrici. Perché ora scrivo a tutti voi? L’occasione è data dalla recente ricomparsa del testo poetico Requiem , sulla cui copertina Paolo ha scritto di suo pugno, con singolare durezza, «interamente ripudiato e da non ristampare nemmeno in parte». È stato per me un ritrovamento decisivo, che mi ha costretta ad affrontare un problema di non facile chiarezza. È infatti evidente che c’è discontinuità (?) tra il Paolo di tale testo e altri coevi e il P.D.B. del nostro vissuto, costruito con lui alla luce del suo pensiero e dei suoi studi nel cammino della maturità. Ora dunque mi domando: è giusto circoscrivere, e in un certo senso amputare, la giovinezza di Paolo, espressa così nella sua produzione giovanile per mirare a non comprometterne l’immagine amata? E la successiva complessa problematicità che tanto ha aiutato tutti noi a entrare nel “forse”, in “altra interpretazione”, in “sospeso”, in “se così si può dire”, nel “settantunesimo senso” che, come Paolo ci ha insegnato, è proprietà e responsabilità di ognuno di noi. Il Paolo inatteso, ritornato a noi dagli echi della sua storia iniziale, potrebbe aiutarci a leggere la sua straordinaria fede di allora vissuta come un’adesione convinta ai canoni di un credo ricevuto come la fondazione del suo credere in incessante elaborazione che, con riserbo (anzi pudore), ha poi testimoniato in tutta la vita. Tutto Paolo, ora lo si può dire, è quello che bambino mi proteggeva dalle conseguenze dei miei capricci. È quello che è stato tanto amato dai compagni e dai professori. Che non ha mai avuto ambizioni di primato. Che non ha esitato a ricusare un capolavoro come Requiem (?) perché serenamente consapevole che se ne stava allontanando e che i suoi nuovi orizzonti si stavano aprendo su doveri esigenti: studiare e non appagarsi della innegabile bellezza di grandiose proiezioni di sé. Perché non riconoscere la grandezza di questa decisione? una rinuncia a qualcosa di sé per avviarsi sui sentieri della ricerca incessante. Perché dunque negarci la conoscenza di questo documento? ciò comunque non significa diffonderlo. Ma sapere che c’è e testimonia su Paolo. Carissimi, vi prego di accettare (non necessariamente condividere) questa riflessione. Non è lecito tradire il pensiero di Paolo e il suo desiderio, ma non è concesso a noi di delimitare i confini della sua vita e selezionare le sue opere. Maria De Benedetti